Chemio 1

Otto sono i gigli del mio mazzo di fiori. Il primo mi e’ stato donato oggi. Otto gigli sono la vita. E’ come partorire quando le contrazioni ti portano al tuo limite, ma tu sai che ognuna di loro ti avvicina alla creatura che porti in grembo e allora vai oltre al tuo limite. Il mio di oggi aveva la forma di uno stanzone con tante poltrone messe a semicerchio. Su ognuna di esse, accomodata, una donna guardava la nuova arrivata. Ogni poltrona ospitava occhi dallo sguardo tenero e dispiaciuto, bocche dai larghi sorrisi di benvenuto e zero capelli. Il mio sguardo le ha colte tutte d’un colpo, il mio futuro incarnato piu’ volte davanti a me. Sono morta in un secondo. Loro erano troppo e lo hanno capito. Cosi’, mentre il veleno rosso si appropriava di ogni mia cellula campione di velocità’, hanno iniziato a parlarmi. Volevano che io sapessi che in loro la vita scorreva forte, che era cosi’ profonda da far brillare tutti quegli occhi. E quegli occhi erano tutto tranne che spenti. Volevano che io sapessi che si poteva fare. Cosi’ ho ceduto ed accettato di diventare una di loro. Sette sono i gigli che mancano alla vita.