Chemio 3

Volevo provare a essere un mio amico; lui porta gioia alla mia vita, cosi’ io ho pensato di vedere come si sta nei panni di chi da gioia. Per essere lui, guidando, ho fatto una cosa che fa spessissimo: mi sono accarezzata i capelli di qua e di la’. Ho fatto esattamente come gli vedo fare, pero’ poi ci e’ scappato del mio; non ho resistito e mi sono accarezzata la cute. Mai mi sarei aspettata l’azione di tale carezza. Lei si e’ presa i miei riccioli che sono passati dalla mia testa al mio palmo. Cosi’ mi sono trovata a guidare con la capigliatura in una mano ed il volante in un’altra. La cute si e’ quindi infiammata ed io terrorizzata. Il terrore si e’ trasformato in tremito ed il tremito in pianto. Ho guidato in un vortice d’acqua che ha oscurato per potenza il temporale di ieri sera. In quel disastro d’umore mi sono rivista bambina quando mio papa’ mi pelava la testa per non farmi soffrire i caldi estivi ed ho ricordato che poi, io e lui assieme, uscivamo sul balcone a regalare i miei riccioli alle rondini per poi guardarle sistemare i nidi e rendere piu’ soffice il posto dei loro piccoli. Cosi’ ho invertito il senso di marcia, sono tornata da mamma e papa’ e assieme siamo usciti a lanciare capelli alle rondini. Il sereno e’ cosi’ ritornato.