L’Orco e il rospo

L’altro giorno stavo camminando rapita da una musica ostica e non badavo molto a cosa mi girava intorno. Così non mi accorsi della presenza di una mia vecchia conoscenza tra gli orchi. Era venuto a cercarmi. Non penso per gentilezza, perché agli orchi è estranea; credo piuttosto che avesse un rospo panciuto che gli saliva su e giù nella gola e voleva che io, in qualche modo, glielo togliessi. Così mi tese l’agguato. Io vidi muoversi il grosso masso che distrattamente stavo toccando col dito sul lato. Il masso mi rotolò davanti, si ruppe e divenne quell’orco i cui tratti tanto mi erano familiari. Non riuscii a fermare il mio passo e gli finii addosso. Non c’era più verso che io avanti andassi, a meno di non tentare di scalare l’amico orco. Che stai facendo in questo preciso momento? Mi chiese. Io gli risposi: “ ho appena finito di rimbalzare sulla pancia di un orco.” Lui mi guardò serio e poi apri la sua grande bocca e dentro io riuscii a vedere il suo rospo. Con l’animale ci guardammo occhio nell’ occhio finchè lui mi strizzò il suo, poi giù in fondo sparì.
Io non avevo molta voglia di sporcare il mio braccio infilandolo nella gola dell’orco. Gli orchi, dovete sapere hanno la saliva densa e verde e pure puzzolente; ma mi prestai perché ho un cuore gentile. Tappandomi il naso e strizzando forte gli occhi come a non sentire nulla al di fuori di me, infilai il mio braccio nella gola dell’orco e strappai dalla sua casa il grosso rospo; il quale uscì al mondo colorato di verde muco assieme al mio braccio. L’orco mi sorrise perché’ finalmente si sentiva leggero e libero e poteva tornare a vivere senza doversi portare dentro il peso del rospo. Se ne andò lasciandomi gocciolante col rospo in mano. Non pensai troppo all’orco che come era arrivato se ne era poi andato, ma guardai il rospo e dissi tra me: che ci faccio io ora con te? Lui mi guardava tra il triste e lo speranzoso. Io allora capii. Voleva che io lo inghiottissi per diventare la sua nuova casa e cosi preservare la sua esistenza. Ma io gli dissi: togliti l’idea dalla testa! Mai, e poi mai, tu sarai il testimone tra me e l’orco. Poi lo guardai a lungo e mi venne un’idea. Lui capì all’istante la mia intenzione e cercò di scappare. Voglio provare a baciarti e vedere cosa succede. Così, superai la mia repulsione per le cose viscide e sfuggenti e gli assestai un bacetto sui suoi labbroni. Ora sicuramente state tutti pensando al principe azzurro …. ma l’effetto del mio bacio fu tutt’altra cosa. Il mio bacio semplicemente liquefò il rospo; lo sciolse. Rimasero a terra tanti sassetti grigi; guardandoli io li riconobbi, erano i sassi che per tanto tempo quell’orco mi aveva lanciato addosso obbligandomi a scansarmi in continuazione. Fui felice di aver liberato l’orco dal suo fastidio, che male lo faceva vivere, ma fui oltremodo felice di aver liquefatto, con il mio bacio, l’eredità che l’orco mi aveva, con i suoi atti, lasciato.
Ora vi chiedo: chi mi vuole baciare?