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Non ti sporgere

Ricordate quando la mamma da piccoli ci diceva:” non ti sporgere; la testa pesa di più del corpo …. cadi di sotto….” Urlato più o meno velocemente a seconda del grado di pericolosità della nostra azione? Ormai sono anni, anzi decenni che più nessuno mi corre dietro con tali parole, però esse rimbombano nel mio cervello come una litania al bisogno. Orbene, l’altro giorno stavo riponendo al suo posto il tambucio di Magia appena aperto e, non so perché, invece di scendere con tutto il corpo sotto coperta, mi sono infilata a testa in giù lasciando il sedere in vedetta fuori coperta. Intanto che armamentavo dall’alto in basso, il mio amico Roberto decide di tirare la cima di poppa per avvicinare Magia al pontile e salire. La barca dolcemente si avvicina e lo lascia salire e, nel frattempo, si carica di energia pura, come un cavallo che ti vede arrivare con in mano le briglie, capisce e parte al galoppo per l’ultima sgroppata libera. Ma Magia e’ ancora legata trattenuta da trappa e cime d’ormeggio, così tutta quella energia non può scaricarsi sotto forma di moto di libertà. Ma dovrà pur finire da qualche parte? E’ una legge dell’ universo. Ed io sono proprio li’! L’energia non ci pensa due volte, scambiandomi per una freccia. Così vengo scoccata alla velocità’ della luce, con la tuga per arco, e centro, infilandomici di testa, la sacca Spin, aperta per caso là sotto, mentre i piedi, e tutto il resto, rimangono in aria per un minuto secondo per poi crollarmi addosso. Ed io mi ritrovo accartocciata sul pavimento avendo però fatto un centro. Nessuno e’ riuscito a trattenere le risa, nemmeno io che ridevo tanto da non capire se stessi bene o mi fossi rotta qualcosa. Oggi cammino un poco storta, ho le tibie blu ed il braccio sinistro rifiuta di alzarsi, ma erano anni che non ridevo così di gusto, a lungo e spontaneamente. Però voi non vi sporgete, la testa pesa di più del vostro corpo!
E’ la quarte legge del moto! 

Magia

Magia e’ arrivata portata dal soffio di un uomo. I doni soffiati sono regali alquanto speciali perché trasportati da parole che vagano libere senza intenzione. Così Magia e’ un regalo per caso e per questo raro. E’ arrivata accompagnata da gentilezza e sensualità, poi loro si sono perse per strada, ma Magia e’ rimasta perché possiede carattere ed e’ nata libera. Noi due ci siamo scelte un giorno di vento. Siamo una lo specchio dell’altra. A lei non piace stare imbrigliata e se la soffochi e’ capace di spegnersi. Non sopporta i carichi eccessivi e se una persona e’ di troppo la sgroppa impuntandosi. Non concede nulla all’eccesso ed e’ veloce con poca tela. Adora i tagli particolari e non possiede elementi canonici. Tiene l’assetto facendo da se’ perché’ lei sa portare se stessa. Risponde al tuo tocco spiegandoti cosa vuole o cosa non vuole e quando le piace lei vibra spingendoti nel suo piacere. Non si fa condurre come le altre, lei vuole da te l’opposto dell’ovvio. E’ stabile e se necessario sa stringere da far paura per raggiungere il suo obbiettivo. Non si perde in farfalle solo perché l’annoiano, lei preferisce le andature portanti per dare il meglio di se’. Scivola leggera e silenziosa nella sua gentilezza. Si uniforma alla mano esperta solo se lei decide che sì, ma risponde sempre ai miei desideri perché mi ha guardato negli occhi e le sono piaciuta. A me lei regala tutta se stessa perche’ le piace sentirsi chiamare: “Tatina”. Non so perché, ma so che e’. Lei e’ la mia Magia.

Andar per mare

Andar per mare e’ come entrare nell’oblio. Il mondo oltre il fasciame svanisce all’orizzonte. Le acque ti cullano rollando, incoscienti del tuo andare. La vita si restringe ai compagni del tuo viaggio, nati dall’abisso e sfuocati all’orizzonte. Tu stessa ti contrai per adattarti a quel mondo piccolo e ti dilati per affiancare l’infinito. E’ un gioco di equilibri estraneo ai punti fermi. Poi torni in terra d’uomo, c’e’ un attimo impreciso che ti dondola nel vento; poggiando i piedi fissi sai che il mare t’ha spostato l’ombelico passando per l’oblio.