Le fate nevose ad Albarella

Pochi di voi conoscono le Fate Nevose, ma loro vivono nel nostro mondo per nulla disturbate dall’umano fare. Abitano il vecchio albero vicino al fiume Adda nella pianura di Bormio, sui terreni che anni fa costituivano la fattoria Caspani e sono molto amanti dei viaggi così ti può capitare di incontrarle in altri luoghi della terra. Solo quando ha tirato vento a lungo per rendere l’aria tersa e brezzolina e con un grande sole rotondo e focoso loro escono e si accompagnano agli umani nascoste sotto false sembianze. Ieri è stata una giornata del genere e sulle acque della laguna veneta il tramonto si preannunciava spettacolare. L’acqua ti avvisa quando il Sole programma tramonti imponenti prendendo i colori dal cielo. L’aria a pelo dell’acqua rende brillante tale mantiglia e la fa risplendere come se si trattasse di stelle. Così la laguna assume un color blu argentolo che prelude il tramonto regale e tutti sanno che si assisterà a qualcosa di raro. Ci sono rive e panchine che paiono fatte apposta per godere delle ultime ore del giorno in queste giornate particolari. È qui che ieri sono state avvistate le Fate Nevose, anche loro accorse per vedere il tuffo del sole in laguna. Due sono allora stati gli spettacoli per l’occhio umano: la risposta di acqua e aria al calare del sole ed il volo delle Fatine verso il loro astro calante. Non una, né due, ma a decine si sono lanciate verso di lui come a sostenerlo, forse, per impedirgli di rendere l’aria oscura con il suo ruzzolo e far cessare tale abbagliante spettacolo. Leggere come libellule si appoggiano alle spighe selvatiche sul pelo dell’acqua a riprender fiato e vengono inondate dal colore del sole calante che ormai si confonde con l’acqua splendente della laguna. Le loro finissime ali allora si accendono di riflessi dorati e diventano parte di questo tramonto serale. A vedere tale spettacolo l’occhio s’abbuffa di colori e immagini sempre diverse man mano che il sole scende. Le spighe di laguna, così come tutti i fiori di sponda, non sono mai gli stessi investiti dal cambio di luce del sole calante ed ogni volta che l’occhio li sfiora è una nuova visione. L’acqua ora luccica, ora si rabbuisce per poi risplendere ancora, fissa, immobile, stantia finchè il passaggio del vongolaro, venuto a rigirare i cesti crostacei, non la increspa con pigre onde di lento motore. Poi di nuovo tutto si ferma a parte il Sole che scende e le Fate Nevose che vibrano l’aria felici di tanto spettacolo. Di lontano un gabbiano nel nido pare nitrisca come imbizzarrito dalla visione di qualcosa di nuovo ai suoi occhi, forse per la prima volta ha visto volare una Fata Nevosa oppure si è appena accorto che il Sole a volte scende e si tuffa. La terra è così scura rispetto all’acqua incendiata della laguna ed alle nubi accese del cielo che quel verso appare di un cavernicolo. Ora che il sole è quasi del tutto sceso la laguna si calma e torna al suo verde colore di alga, le sponde si spengono nella notte che inizia, ma si accende il cielo ora unico ed ultimo protagonista di questo gratuito spettacolo cui le Fate Nevose hanno partecipato assieme a quei pochi umani che hanno saputo guardare e capire il colore cangiante della laguna. Il sole è oramai dietro al Monte Euganeo intento a rischiarare un altro mondo, ma nel nostro cielo il tramonto ora appartiene a tutti quelli che alzano il naso per guardare gli strisci di nube passare dal rosa al rosso al viola ed al nero del tramonto di laguna appena concluso. Gli umani tornano alle loro case infreddoliti dall’umidità che la natura rilascia alla notte. Le Fate Nevose non so cosa facciano a tramonto passato e spettacolo spento quando la terra diventa fredda…

Fata Fuoco si è ammalata

Fata Fuoco si e’ ammalata. Ha preso un male umano. Se ne e’ accorta un giorno incendiando un campo di tulipani. Si e’ sentita pesante che quasi cadeva dal cielo. L’occhio di Fata ha allora guardato dentro il suo corpo umano ed il verdetto fu presto fatto. Quando le Fate si ammalano di mali umani la cosa rara e’ che ciò che e’ dentro di loro diventa piu’ grande. Fata Fuoco era profondamente felice incendiando quel campo rosso, giallo e marrone; si sentiva libera e bella. Tutto ciò e’ stato cosi’ ampliato dal male umano e lei ora si trova a volare piu’ potente di prima anche se ogni tanto cade dal cielo per via del male e deve con attenzione evitare di finire bruciata dal proprio fuoco. Fata Aria passando per caso di fianco a Fata Fuoco ha sentito vibrare le proprie ali e cosi’ ha capito cosa capitava all’amica. Allora Aria si e’ messa a sbuffare per spegnere il fuoco fatato e lasciare che l’amica malata potesse cadere senza bruciare. Volete sapere delle altre Fate? Valisi e’ lontana dal mondo fatato, forse si e’ persa e Fata Acqua non vola piu’ presa com’è dal suo amore umano. Fata Vulcano, che e’ la piu’ giovane, non ama vedere bruciare nel proprio fuoco la Fata malata e cosi’ reagisce ruggendo e roboando tanto forte che l’altra sera ha spento il cielo di tre città oscurandolo di lacrime nere. Le Fate più esperte, invece, sanno che il corpo umano ammalato andrà aggiustato e per quello ci vorrà tempo, loro intanto, a notte fonda, si troveranno velate e agghindate per festeggiare lo stato nuovo di Fata Fuoco che sprizza amore, bellezza e felicità in cascata tanto ne e’ piena. Quando ciò accade e’ un poco Natale nel mondo di carne perché’ ognuno riceve in regalo quell’acqua fatata e diventa un poco piu’ se’. Se tu umano vorrai poi guardare ai piedi di quella cascata ti accorgerai che un’ Ortensia e’ fiorita.

Il volo lontano

Stasera vi racconto del viaggio di Fata Acqua e Valisi, è un viaggio di fate e non ci appartiene; però a me è caduto in mano mentre scorrevo tra i libri le dita. Queste due fate, dai tratti dolci, ma volitivi si sono unite in ciò che nel mondo fatato è chiamato il Volo Lontano. Ogni essere alato lo affronta almeno una volta nella propria vita. Loro hanno deciso di farlo assieme. Si assomigliano queste due fate ed hanno destini vicini; così stanno attaccate per darsi forza. Ora dovete sapere che il Volo Lontano è impegnativo alla fate ed ucciderebbe qualsiasi mortale cercasse di farlo. Il Volo Lontano implica sentire ciò che è fuori dentro senza alcun filtro. Vi faccio un esempio: se fuori piove una fata in Viaggio Lontano non riesce più a capire se piove dentro o fuori di lei. È un esperienza difficilissima per questi esseri così speciali perché il loro mondo è un mondo vario e composto da tante estensioni così quando invece esso si appiattisce ad un’unica esperienza alle fate pare dover morire. Ma è anche fondamentale perché questo è l’unico modo per dare alle fate il potere che nasce dal viaggiare in mondi diversi. Nel Volo Lontano ogni fata deve trovare la forza con la quale cambiare il dentro uguale al fuori in quel mondo colorato e vario che in realtà le appartiene. Questa è la forza propulsiva che le permette poi di viaggiare di qua e di là tra i mondi reali. Quando una fata riesce a vincere se stessa facendo esplodere tutte quelle dimensioni che ha dentro e fuori da sé, il mondo fatato si inchina all’impresa e regala alla fata il contenitore per portare sempre con sé l’energia di tale impresa. È una semplice bacchetta di legno, a volte una stellina le adorna la punta. Sono semplici le fate anche se tanto potenti. Ecco che oggi Fata Aria e Valisi sono in viaggio a cercare la loro forza. Tutte le altre fate si tengono lontane perché è loro vietato avvicinare una fata in Viaggio Lontano, ma i loro occhi sono puntati sulle due amiche. Ogni fata sostiene l’altra guardandola, a volte semplicemente pensandola, è uno dei loro tanti poteri. Io, in realtà, credo di aver visto Fata Fuoco, Fata Aria e Astro Vulcano volare nervose attorno alla casa delle Dame Sul Lago in attesa di notizie da parte delle due Fate in viaggio. Loro aspettano che il Viaggio Lontano finisca e Fata Acqua assieme a Valisi riportino a casa le loro nuove bacchette.

Fata Terra beata

Ho incrociato per coincidenza Fata Terra. Era beata! Io mi sono un poco stupita perché Fata Terra beata non l’avevo mai vista. L’ho vista volare radente e sconquassare le viscere umane, oppure regalare fuochi vitali, l’ho pure vista volteare infuriata ed imbizzarrita arrotolando un pezzo di mondo con dentro me, ma vederla beata è veramente cosa diversa.

Avete presente la delicatezza di una piccola piuma bianca portata dal vento in una giornata di blu sereno? E riuscite a riportare nel corpo la sensazione provata nel vivere il vostro istante perfetto; quello dove tutto è al suo posto e nulla è fuori di posto? Ecco Fata Terra beata è l’insieme di queste due cose. L’ho vista gongolarsi cadendo nell’aria sopra alla foresta australiana, là nella regione del Queensland, dove la terra s’arresta di colpo mentre il controluce del tramonto brucia quell’infinito di alberi e verde. In quel luogo, a me pareva pure di sentire i pappagalli cantare tanto lei beatamente cascava. Quando si accorse della mia presenza furtiva dentro al suo mondo mi parlò. “Che fai tu qui essere umano? Questo non è il tuo posto!” Così le risposi: “Lo so Fata Terra, perdona la mia intrusione, ma ho sentito il tuo senso beato e non ho potuto non corrergli dietro e qui mi sono poi ritrovata.” “E ora cosa pensi di fare?” mi restituì. “Vorrei poterti chiedere cosa ti è accaduto da renderti così compiutamente beata” io le risposi. “E’ un segreto di fata!” mi disse guardandomi dritto da sotto ai suoi riccioli. Poi il suo viso si aprì nel sorriso di chi sa di aver combinato qualcosa e la sua voce intonò: “ Stavo facendomi un giro dentro al mio animo umano, quello che sta dentro al corpo che uso nel vostro mondo; volevo giocare a nascondino con le sue emozioni ed i suoi sentimenti. Giocando, ho stanato la rabbia più nera, rincorso l’innamoramento che brucia e portato a toppa l’amore profondo un paio di volte, ma sono stata battuta in velocità da gelosia e gratitudine perché sono incredibilmente veloci. Tu sai, vero, che le fate possono decidere di respirare dentro a se stesse ogni sfumatura dell’animo e del corpo umano? Dunque, ti stavo dicendo, finito il gioco, stanchi e sudati com’eravamo, io, emozioni e sentimenti abbiamo deciso di andare a prendere un the tutti assieme.  Bene, intanto che uscivo dal mio corpo umano, accompagnata dalla vostra parte mutevole, ho toccato per sbaglio una leva; penso che fossi dentro al cervello, ma non sono poi tanto sicura del luogo. Non ho fatto apposta, sono stata sbadata, ma ormai ciò che era fatto, era fatto; e così aspettai per vedere il danno compiuto. Ma con mio enorme stupore scoprì che la leva spostata mi rese beata. Allora mi incuriosì e volli vedere cosa era successo al mio essere umano, lasciai i miei compagni di gioco ancora intenti a bersi il the e tornai sui miei passi. La leva governava una grossa tenda ed io l’avevo per sbaglio aperta; così io, fatta umana, riuscii a vedere me fata, emozioni e sentimenti uscire da me. All’iniziò la me umana non ci badò, ma poi si rese conto che allora lei non era la rabbia, nè l’innamoramento né nessuna delle emozioni e dei sentimenti che in quel momento si stavano bevendo il the là fuori assieme a me. Nei miei panni umani, mi sentii gongolare beata nell’idea, per esempio, che io non ero amore, ma, sì, l’amore era me ed io lo potevo guardare mentre se ne stava tranquillo al bar a bere il suo the. In quel momento preciso capii che essere o non essere non è il problema, perché gli esseri umani sono e non sono congiuntamente, dormono, ma non sono il sonno, amano, ma non sono quell’amore, lavorano, ma non sono la professione e via via così. Pensato questo , la mia umanità si sentì beata e leggera. Era così bella quella sensazione che me la sono portata nel mondo fatato che tu hai trovato.” Io timidamente le chiesi cosa era successo alla sua parte umana rimasta senza emozione. Lei mi rispose: “ Lei ora sa di essere senza essere; lei sa di essere beata senza beatitudine e di non essere beatitudine quando è beata. Le ho regalato il senso d’umano.” Non mi parlò più, ma continuò a volteggiare leggera e beata su quella natura incontaminata.

Le tre rane

Questa mattina i miei occhi sono caduti in acqua; ero distratta e loro sono caduti. Stavo parlando al telefono con Fata Astro Vulcano; sì, ve lo devo confessare, io spesso parlo al telefono con le donne fatate; è un regalo che la vita mi ha fatto. Orbene chiacchieravo con lei di cose di fata; sapete cose tipo: ieri ho volato dentro ad un cuore, ma era freddo allora con l’alito glielo ho scaldato; oppure tipo: ho dato fuoco alla paglia gialla, perché mi sapeva di secco…bene intenta a dir tali parole mi sono accorta che i miei occhi erano dentro all’acqua. Mi ci volle qualche secondo per orientarmi perché vedevo spostato. Poi misi a fuoco: davanti a me c’era una grossa rana, sembrava morta. Poi misi ancora più a fuoco: non era una rana; era una rana piccola sopra ad una rana grossa. Non potei non raccontare a Fata Astro Vulcano cosa stavo vedendo; era alquanto strano quell’essere unico fatto di due. Fata Vulcano si mise a ridere così forte che quasi mi bruciò tutto l’orecchio tanto le sue lampe di fuoco eran lunghe. “Perché mi ridi addosso Astro Vulcano?” Lei così mi rispose. “ Sei nel mondo sommerso che appartiene alle rane. E’ un mondo anfibio che ha le sue leggi. Guarda e lui ti racconterà una storia.” Allora con gli occhi ascoltai. La rana piccola cavalcava la rana grande e doveva piacerle molto perché più di una volta lottò per non perdere il posto. Infatti di fianco all’essere doppio nuotava una seconda rana piccola che tentava in tutti i modi di avere un passaggio anche lei sopra alla schiena; e su quella schiena, ve lo assicuro, c’era posto per tutti, ma doveva essere una rana antipatica perché ad ogni attacco, otteneva pestoni. La rana grande gliene assestò uno in faccia e la rana piccola un paio in pancia. Ma lei non demordeva e continuava gli attacchi e attaccando veniva pestata. Questa fu la vita delle tre rane per un bel tratto: una rana che attacca e due rane unite che scappando tiran pestoni. Fuori dall’acqua, intanto, una grossa tartaruga guardava e aspettava; voleva mangiarsi una piccola rana; ma prima pareva volersi godere l’inaspettato spettacolo. Le due rane che eran una, per cercare di salvarsi dalla furia della rana impazzita, uscirono dall’acqua e si nascosero in un’insenatura della natura. Ma la rana piccola, fulminea, fu loro addosso e sferzò il suo più potente attacco; ma non riuscì a rendere, l’essere che di due era uno, due esseri fatti di uno. Io vidi il corpo doppio balzare all’unisono e due bocche assieme assestare un morsicone tale che la piccola rana arretrò. Le due rane che vivevano assieme furono così libere di inabissarsi; cattivo il destino della piccola rana perché sola rimase ad affrontare il mortale pericolo che, nascosto, la sovrastava. Purtroppo ho sentito in lontananza lanciare un soddisfatto rutto che, credo, appartenesse alla tartaruga. Lasciai quel mondo anfibio con una certezza: nel mondo della rane nessuno riesce a dividere un essere fatto di due. Tornai di nuovo attenta al dialogo tra me e Fata Astro Vulcano, lei ora mi stava raccontando di quando un giorno annodò per sbaglio una vela e cadde con il sedere all’ingiù perché dimenticò che aveva le ali.

Fata Astro Vulcano

Or vi voglio raccontare di Fata Astro Vulcano. Lei ha il fuoco che le ribolle dentro; esso è il fluido che scorre nelle sue vene. Ma il fuoco non scorre solo dentro di lei, arrossandole le guance; il fuoco è anche il suo propulsore e così lei attraversa, risplendente, la volta celeste più velocemente di ogni altro essere fatato.
Il fuoco è un propulsore potente e Astro Vulcano lo usa in ogni cosa. Ma non dovete pensare che Astro Vulcano nel mondo umano sia solo forza ed energia, nel mondo umano Astro Vulcano è una delicata porcellana sensibile ai movimenti, soprattutto quelli causati dagli esseri umani. È sensibile proprio perché dentro le scorre tale fluido vitale che non è liquido; così, ad ogni movimento, al fluido non liquido si imprime una forma e Astro Vulcano è così obbligata a guardarsi dentro ogni volta per capire se le piace la forma che le è stata impressa prima che il magma diventi roccia porcellanata. Se non le piace attiva il suo propulsore e volando annulla quelle forme fastidiose, aumentando a tal punto la sua temperatura che il mondo la ammira chiamandola stella cadente. Ma non è una stella cadente, quella che gli umani guardano con il naso all’in su; è Astro Vulcano che sta recuperando la sua forma di Fata. È successo che un uomo bello cercò di conquistarla; lo fece imprimendole nelle carni fatate la sua propria forma. Cercò di ritagliarla per sedercisi comodo pensando di avere a che fare con carni umane, non sapendo che invece lui si era imbattuto in carni fatate, nutrite dal fuoco. Astro Vulcano si accorse di questa nuova forma creata in lei dall’amato e non le piacque per nulla. Allora si scrollò, si girò su se stessa, roteò, rimbalzò tra il Sole e la Luna un paio di volte finchè tornò ad assumere la sua forma fatata. Il bell’uomo si spaventò di tutto quello sconquasso ed arretrò nascondendosi perché a lui era ignoto il modo di lei. Fata Astro Vulcano, nella sua forma più smagliante di Fata, allora, rallentò e si avvicinò a lui con molta gentilezza. Lo prese per mano e gli soffiò nell’orecchio un pensiero d’amore. Ovviamente, venendo da Astro Vulcano era un pensiero infuocato che scaldò le sue fantasie. Chissà cosa gli sussurrò, ma lui divenne ancora più bello. Uscì dal suo nascondiglio perché aveva capito che lei era un dono raro, da non temere; capì che non poteva compararla con altre perché come lei non ce ne era. Avete mai sentito di donne che sussurrano pensieri infuocati dopo aver rimbalzato tra Sole e Luna? Astro Vulcano continuò con la sua vita di Fata Infuocata andando a trovare il bell’uomo di tanto in tanto. Lui non invecchiò mai, perché lei un giorno lontano gli sussurrò all’orecchio pensieri di vita. Rimasero amanti, sapendo lui che era impossibile contenere un vulcano e tenere fermo un astro; sapendo lei che quell’uomo bello era fatto di carne umana che si bruciava se esposta troppo al calore.
Fu una vita lunga la loro, ove ognuno visse con pienezza se stesso, ma fu anche una vita fatta di intensi incontri nei quali si fondevano tra loro; quelli erano incontri di carne e di fuoco.

Fate e legami carnali

Or dovete sapere che ier’altro era un giorno speciale alle Fate. Accade, infatti, che questi esseri alati si leghino carnalmente agli uomini. Quest’ultimi, ignari della loro reale natura, le trattano quali donne normali. Le Fate sono femmine, sono donne, ma non smettono mai di essere fate. Così a volte succede che qualcuno di questi carnali legami si rompa perché l’umano non riconosce il fatato. Nel mondo umano, quando qualcosa si rompe è un grande guaio, ma nel mondo fatato quando qualcosa si disfa incomincia la vita, quella nuova, diversa, che porta energia e rende giovani ancora. Ier’altro per le Fate era uno di quei giorni di inizio. Si riunirono tutte per celebrare l’addio carnale di Fata Terra ad uno degli esseri umani.

Per prima arrivò Fata Aria portando del caffè ghiacciato, poi arrivò Fata Valisi che accompagnava la sua grazia corporea con petali di rosa dai mille toni di rosso e di giallo. Poi arrivò Fata Vulcano. A voi ancora non è familiare Fata Vulcano, Lei è una Fata imponente, porta anche un soprannome, cosa rara tra le fate, la chiamano Astro perché risplende di forza brillante, che può lanciare all’intorno, e vi assicuro lo fa, colpendo chiunque abbia bisogno una scossa. Ma il cuore di Astro Vulcano è fatto di fuoco vitale, che la rende amata tra le Fate. Lei arrivava da un lungo viaggio, entrando si accorse che le scappava pipì e così salutò velocemente le Fate già giunte e si appartò. Quando una Fata va in bagno l’universo vicino si eclissa per darle privacy e così gli umani contemplano questi meravigliosi fenomeni astrali di lune e pianeti che spariscono lasciando il mondo nella fredda e tremolante luce bianca spettrale oppure totalmente al buio. Ier’altro non fu diverso.

Quando finalmente al mondo la luce tornò calda, le fate erano tutte pronte per celebrare l’evento.

Non sono incontri adatti ad occhio ed orecchio umano, perché le Fate allontanano il vecchio legame carnale per preparare il corpo al nuovo considerando il mondo degli uomini sola carne maschia. L’essere umano si offenderebbe a sentire tali parole rivolte verso di sè. Per le Fate, però, è un processo normale di rinnovamento. Per ricordare a se stesse la loro essenziale natura, le Fate incaricano una di loro di non partecipare completamente al rito, ma di tenersi un poco in disparte e rammentare con parole e sguardi che il mondo fatato è altro. Questa volta toccò a Fata Valisi essere la sentinella dei valori alti. E lei lo face con la grazia e la gentilezza che le appartengono.

Fata Aria, Fata Terra e Fata Astro Vulcano si immersero nella carne maschia e la morsicarono riempiendosi i sensi. Ogni umano toccato dal loro morso, ignaro, sentì nell’animo d’essere oggetto, ma nulla potè per cambiare il suo stato perché la forza maschia soccombe a quella fatata. Assieme rinnovarono il corpo di Fata Terra così da essere pronto per nuove unioni. Scamparono al massacro solo gli amanti ancora amati da grande amore, ma il resto del mondo maschio fu triturato nel fisico e nell’anima; non uno si salvò. Così si usa tra Fate per dire addio ai legami carnali. Poi venne il momento di aprire Fata Terra al nuovo e siccome erano Fata Aria e Fata Vulcano a serbare in cuore un amante amato da grande amore, iniziarono a cantare il loro legame d’amore e la carne maschia lasciò spazio alla carne amata. I toni si placcarono e sul volto delle Fate s’accesero sguardi d’amore. Raccontando la forza e la purezza di tali unioni le Fate chiamano il nuovo che deve accadere.

Ora Fata Terra era pronta di nuovo, pulita nell’animo e piena di vita. Così tutte le Fate, baciate le guance, si sono disperse nell’aria frizzante del cielo notturno. Il mondo ha sussultato quando le Fate sono passate; l’avete sentito?

Valisi diventa fata

C’è movimento nell’aria, venti di fata stanno ballando con nubi, fulmini e tuoni; uomini e donne scrutano il cielo aspettando risposte, ma le fate non sono tra noi, stasera nessuna idea nascerà nei cuori del mondo; le fate sono infatti lontane, chiuse tra loro, perché un grande evento è appena successo.
Valisi, la ninfa, figlia dell’antro roccioso, è diventata una di loro.
Quando accade che un essere vivente diventa una fata, tutti i cieli dei mondi fanno soffiare i loro venti, allertano i tuoni e vibrano i fulmini gonfiandosi di tutte le nubi che possiedono … è l’orchestra dell’universo che suona per la nuova fata.
Come avviene che un essere diventi una fata? Ci sono tantissimi modi, io vi racconto cosa è accaduto a Valisi ierl’altro.
Leggeva tranquilla di animali quando ha sentito un senso di strano, era come un formicolio nelle scapole, ha capito che qualcosa di unico le stava accadendo, ha smesso di leggere correndo dietro a tutto quel pizzichio e ben presto è arrivato l’incanto … Valisi è stata spinta in un mondo diverso dove ha lasciato i limiti del suo corpo di dea perchè una forza l’ha fusa nei sensi con tutte le fate. Quando un episodio del genere avviene porta con se un senso di grande serenità, le fate lo chiamano “l’unione di amicizia” ed è il loro modo di riconoscersi. A chi diventa fata viene donata la capacità di sentire e vedere attraverso sensi che non appartengono al mondo di nascita, ma anche alle fate già fate “l’unione di amicizia” ravviva i modi ed i sensi per vedere e sentire.
Fata Terra era la più vicina al punto dove si trovava Valisi quando è diventata una Fata; Fata Terra è la più giovane tra le fate o per lo meno lo era fino a ierl’altro e come tutte le giovani è molto irrequieta e non sta mai ferma; così volava di suo li intorno quando “l’unione di amicizia” si è sparsa nell’universo. Fata Terra ha sentito le proprie ali crescere a dismisura, ha visto le piume divenir più marroni e più bianche e soprattutto si è incastrata nella porta di casa perché le sue ali son diventate troppo grosse per quell’uscita da essere umano. Il formicolio ha investito anche lei ed il cuore ha cominciato una danza dai ritmi rari. Fata Terra ha riconosciuto l’amica Valisi in tutto quel formicolio ed ha capito quanto di meraviglioso stava succedendo all’amica dea. Il formicolio di rimbalzo ha investito fata Aria, poi Fata Acqua ed in fine la Fata delle Maree e ad ognuna di esse ha ingrandito i sensi.
Ogni fata ha smesso di fare ciò che la occupava e tutte han volato sul luogo dove Valisi stava perchè un evento del genere va festeggiato per giorni e per notti di luna piena.
Vedendo le fate volare di fretta, tutti i cieli han chiamato i loro venti, le loro nubi, i loro lampi ed i loro fulmini per fare da orchestra alla festa che stava per iniziare.
Ecco perché il mondo umano si è rabbuiato ed il sole ha lasciato il posto ai temporali, il nostro cielo è impegnato a cantare per la Fata Valisi. Quei pochi esseri umani che intendono le faccende di fate, in queste notti, guarderanno con il naso all’insù la luna che rimarrà piena per loro fintanto che la festa continua. È il regalo che il mondo fatato fa agli altri mondi quando si assenta per faccende sue.

Fate innamorate

Succede che le fate si innamorino, ora i loro modi sono alquanto diversi dai nostri, sono esseri liberi e lo rimangono anche nelle questioni d’amore. L’estate piace alle fate per innamorarsi e allora con il caldo spiccano il volo; volando si guardano intorno e cercano i punti più luminosi; quando ne trovano uno si arrestano, prendono i loro corpi umani e si avvicinano alla sorgente di luce. Voi non lo sapete, ma le fate si innamorano solo degli Uomini, nessun altro essere è in grado di farle fermare.
Valisi è stata la prima a dar segni di aver trovato la sua sorgente di luce, ma l’ha seguita di un soffio Fata Aria; Fata Acqua invece è distratta da mille impegni, mentre Fata Terra sta volando tra i mondi.
Gli Uomini scelti non sanno di avere a che fare con fate che han visto la loro luce; spesso non sanno nemmeno di portarla quella luce interiore e allora rimangono disorientati quando una fata posa il proprio sguardo sul loro volto, reagiscono strano e diventano sconosciuti a se stessi. A volte si spaventano e si chiudono tutti girando le spalle a quei volti gentili; ma altre volte un istinto cattura la loro attenzione e allora sorridono ai volti di fata e le fate in risposta aprono per loro tutti i mondi possibili.
Le fate, a differenza di noi donne, sono in grado di aprire universi e gli uomini in quegli universi assaporano sensazioni mai conosciute ed irraggiungibili nel mondo umano, ma soprattutto vedono la luce che portano dentro e questo li cambia per sempre. È il regalo che le fate fanno agli uomini che hanno risposto al loro sorriso.
Ma quello che noi non sappiamo è ciò che avviene nel mondo fatato quando una fata incontra il suo amato. L’amore tra esseri di mondi diversi è una potente esplosione raccolta in delicati gesti umani che profumano di armonia ed intesa e che lasciano nei cuori di entrambi la certezza di essere diventati se stessi migliori. Ma tra le fate, quando accade una cosa del genere ad una di loro, come in un riflesso, ogni fata sente la grande energia e sente la profonda certezza che da essa ne nasce. Fata Terra, mentre volava di suo, ha sentito un’esplosione rara, di quelle che avvengono solo quando due esseri speciali si incontrano; ha provato la profonda felicità che viene dall’aver trovato se stessi in un altro, dall’aver danzato gesti e parole d’amore con un essere gentile ed affine in un mondo nuovo e conosciuto allo stesso tempo. Questa energia non è nata da lei, le è semplicemente arrivata perché un’altra fata si è fermata volando la dove era più luminoso ed un Uomo ha risposto.
Fata terra si è fermata, ha respirato col fondo dell’anima, ha pensato alla fata che tanta energia stava regalando al creato ed è ripartita con il sorriso nel cuore e con un poco di più di splendore.
Questo è quello che accade nel mondo di fate.
Io come so tutto questo?….è un segreto ….

Incontri di fate

Accade che le fate si incontrino nelle calde sere d’estate, sono raduni festanti e non programmati, semplicemente accadono.
C’è sempre un motivo perché più fate siano contemporaneamente in luogo, ma raramente sono motivi che appartengono al mondo umano.
Or è successo che a Fata Terra si spezzò un’ala; l’entusiasmo di fare l’ha fatta incastrare in un ramo una fredda mattina di inverno e l’ala s’è torta. Tutte le fate hanno sentito l’acuto dolore nelle loro ali … è così che si è saputo dell’incidente di Fata Terra; ieri ogni fata ha sentito il richiamo ancestrale, ha guardato in cielo e la luna era crescente … così la festa ha avuto inizio.
Nalisi è arrivata per prima portando sul volto l’arcobaleno, era accaldata e felice per essere stata così vicino al sole degli Elfi; con lei c’era la Fata delle Maree anche lei con l’arcobaleno sul volto ed un grande sorriso che parlava dell’orgoglio di essere madre guardando i suoi Elfi sul carro festante della vita.
Le due fate si muovevano sinuose nei loro vestiti estivi che lasciavano liberi i corpi di esprimersi. Fata Terra, ferita nell’ala, partecipava con gli occhi a quei movimenti che rinfrescano l’anima e destano i corpi. L’arcobaleno portato sul volto dalle due fate si era spostato nel aria e tutto avvolgeva con i suoi colori vivaci e caldi …. ma ecco che arriva anche Fata Aria piegando un poco l’arcobaleno, era felice Fata Aria perchè si era appena recata nel mondo degli orchi per un pranzo sul lago. Tra tutte le fate, Aria è la più brava a farsi amare dagli orchi sarà perché, con il suo essere gentile, li circonda tutti e a loro piace sentirsi dentro quel vortice dolce. Fata Aria riempì il raduno di parole e frasi entusiaste che parlavano di luoghi bagnati ed eleganti, le parole si fusero con l’arcobaleno e la fate si trovarono immerse in un mondo notturno colorato, bagnato e ridente per ciò che ogni fata aveva portato con sé.
Si muovevano festose le fate in questo luogo d’incontro ove una musica lontana dava il ritmo a quella danza che occhio umano avrebbe incantato, i piedi nudi giocavano con la terra giochi d’intesa, le gambe si univano all’arcobaleno in danze eleganti portando i loro corpi a fondersi con la notte, le mani con le dita dalle unghie smaltate rincorrevano gli astri in forme magnetiche; danzando sfioravano l’ala di Fata Terra con le loro vesti d’estate e ad ogni tocco l’ala acquistava forza e potenza fino a guarire del tutto.
Il mondo umano non si accorge di questi incontri, sente solo un intenso profumo di vita che risveglia i sensi … solo pochi conoscono il significato di quell’ istantaneo e fortissimo richiamo ….
Venne fame alle fate dopo tutto questo danzare; si fermarono ed anche il mondo umano ebbe un sussulto di quiete, si sedettero bevendo champagne e si saziarono con cotolette ed anguria parlando tra loro tranquille, poi tutte si alzarono insieme, con movimenti leggeri sistemarono i loro vestiti d’estate, si baciarono baci d’amore ed ognuna volò la dove apparteneva, anche Fata Terra volò con le sue ali rinate.
Nel mondo degli umani fu solo notte.