Storie di Orza Minore: Malcesine, Laser Youth Easter Meeting 2019

L’uovo di Pasqua dei nostri ragazzi è la loro prima regata internazionale. Quattro giornate di competizione da scartare e gustare là dove il vento è sovrano.
Arriviamo a Malcesine con la voglia di scoprire un posto nuovo e godere di Ora e Peler, gli imperatori d’Italia cui solo i velisti s’inchinano.
Valerio, Renato , Marco e Giulia scaricano i loro Laser assieme ad altri duecentoquaranta atleti arrivati da tutto il mondo e, nel giro di un quarto d’ora, il grigio dei due piazzali a loro dedicati scompare per lasciare il posto al bianco di un tripudio di vele issate.
Questa non è una zonale, non è nemmeno una nazionale; è la regata tra chi della vela ne ha fatto un obbiettivo di vita per il quale vale anche la pena girare il mondo.
Il livello degli atleti è altissimo per tecnica, tenacia e spirito, ma se ti fermi a guardarne i volti, puoi scovare tratti bambini che si attardano a lasciare le loro forme per tenerli ancora per un attimo attaccati alla fanciullezza.
Hanno issato la G tra un’ora la regata avrà inizio, dobbiamo scendere in acqua con il gommone. I nostri quattro moschettieri sono già andati a presentarsi alla Ora che oggi appare una timida donzella indecisa.
Non solo i ragazzi corrono il campo per capire ogni singola forma di questo vento signora, ma anche gli allenatori lo pizzicano con i loro strumenti per svelarne il carattere. Riccardo si accosta ad ognuno, chiede le proprie impressioni, ma poi svela ogni intenzione dell’aria resa palese dagli strumenti. Anche gli allenatori concorrono al risultato in regate del genere.
Partono le prime batterie dei Radial poi tocca ai nostri. Renato e Valerio sono rossi, Marco e la Principessa gialli. Prima partono i gialli. Sessanta vele si allineano in partenza; i ragazzi ai tre minuti devono già essere schierati e per il resto del tempo dovranno mantenere la posizione e cercare di guadagnare acqua sopravento. Ecco tocca ai Rossi. Valerio è sotto attacco, un Ungherese fa tre shoot up consecutivi e sale sulla barca di Vale, urlando come un forsennato, Vale fa fatica a difendersi, ma quello è l’urlo di Attila ci vuole esperienza a domarlo.
Partiti!
Sono tutti in acqua le batterie si susseguono alla partenza senza quasi dare tempo ai ragazzi di riprendersi, possono solo integrare le energie con una barretta energetica trangugiata ai cinque minuti.
Tre partenze al giorno, quattro giorni per un totale di dodici chances per imparare a rispondere all’urlo di Attila.
Io so che quell’urlo rimarrà nelle orecchie di Valerio, come indelebile sarà il suo primo bacio.
Sono stati bravissimi i nostri quattro moschettieri. A cena noi genitori ripercorriamo ogni singolo momento dei nostri ragazzi quasi fossimo stati noi al timone. La verità vera è che ognuno di noi era la’ sul campo con il proprio figlio.
Riccardo aveva in acqua dodici atleti!