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Pasqua

Dal legno nero prendi forma
e scappi nudo correndo in corridoio
non vuoi farti prendere e ridi.
Mi obblighi a rincorrerti.
Sbando e t’acchiappo.
Le tue manine nere prendono le mie guancie,
i tuoi occhi si aprono in un sorriso amoroso,
il tuo corpo di bebè si lascia abbracciare.
Ti devo riportare in chiesa, non puoi correre per il corridoio.
Tante volte l’ho visto fare, ho imparato guardando.
Una parola ti chiedo,
anche se so che solo sorrisi concedi a chi ti riporta.
Tu mi parli, ma io non ricordo.
Il tuo angelo scende e ti richiede.
“Sei veramente tu il suo angelo?”
“Sì, ti puoi fidare donna,
è ora che lui torni in cielo con me.”
Dal mio abbraccio ti slega e a sé ti lega.
Tu sei uomo.
Ti lascio e con lui verso l’alto vai.