La donna ed il Tempo

Lei lo aveva sedotto senza volerlo. Un giorno, chiacchierando amabilmente, lui si accorse che nelle parole di lei mancava ciò che sempre c’era in quelle degli altri. Si innamorò perdutamente di questa assenza e da allora vivono fianco a fianco come sposi. Lei non si accorse subito di questo matrimonio, lo scoprì un giorno quando si rese conto che i suoi occhi sapevano vedere oltre. Dapprima si sentì potente, oltreumana, ma poi capì che era solo un regalo di colui che da anni viveva con lei, divenuto, così, suo unico sposo. Lei andò da lui e gli chiese: “Tempo perché mi hai sposata?” e lui le rispose: “Perché, tra tutti, tu non hai mai avuto paura di me. Sei venuta da me portata dai tuoi vivaci occhi marroni che molto chiedevano, ma nulla temevano ed io ho deciso di rimanere al fianco di quell’unica piccola creatura che voleva sapere senza temere. Mi sono fermato con te per respirare la tua libertà e per vedere dove mi avrebbe portato. Sai, millenni di paure e di lagne su come evitare la morte oppure vincerla mi hanno reciso l’anima e fatto schiavo della vostra umanità. Ho voluto sposare colei che non considera “la vita una scialuppa cui aggrapparsi durante un naufragio” per dirla con parole umane.” Lei tacque perché scoprire di essere spostata al Tempo e contemporaneamente rendersi conto di quale libertà riempiva la sua vita, fu un trauma. Sì, lei dovette venire a patti con questo matrimonio scomodo che le aveva dato in sposo non la carne, ma l’eterno; colui che per padre ha il Cielo e per madre la Terra; colui che generò sei figli e li mangiò tutti, eccetto uno che divenne Dio dell’Olimpo dopo aver battuto suo padre facendogli anche vomitare i figli dapprima mangiati. Ma non si scompose per queste notizie perché lei di lui accarezzava il sublime ed il terribile. Per questo non era scappata una volta conosciuto e gli aveva permesso di diventare il suo sposo. Fece molta più fatica con la seconda parte della scoperta; prendere coscienza dell’infinita propria libertà era scioccante perché la paura è un porto sicuro cui riparare e rendersi conto di non avere paure durante le tempeste della vita può al momento far cedere le ginocchia. Lei sussultò solo per un istante perché poi tornò a godere della grande calma legata alla sicurezza incastrata nella gioia che la libertà le dava. Il tempo le disse: “Vedi è questo che intendo, tu mi sei compagna perché non sai cosa sia il limite. Sei mia pari; unica in millenni. Per questo come suggello di nozze ho voluto regalarti ciò che agli umani è di solito celato. Ti ho donato la capacità di vedere negli altri ciò che è già stato.” Lei allora rispose al Tempo: “Grazie, mio diletto, anch’io voglio farti un dono, ti regalo ogni istante che fermo e dilato nel tuo continuo scorrere per assaporare la felicità umana e non dimenticarla; ti regalo l’amore mortale che unisce gli individui e li fonde in un attimo eterno di perfetta bellezza dentro alla vita che poi va. Ti faccio assieme una promessa, mio diletto: di te non perderò un instante perché è meraviglioso dormire con l’eterno e svegliarsi nel quotidiano.” A queste parole il Tempo nuovamente sedotto sorrise appagato.