Papà
Vorrei
Fantasmi
Davide
La porta
Vecchiaia
Il sonno
Col lieve movimento irsuto
sprofondo al fondo del profondo
Un sonno fermo senza nocchiere
opposto ai moti mossi del mio vegliare
Indugio, senza sapere, tra le nutrite mense del riposare
Colazione, pranzo e cena
e sazia emergo
e allora vivo.
Adorna d’Amore
Adorna d’amore la sua anima si era liquefatta in mille rivoli argentei.
La mano tesseva i colori dell’arcobaleno mentre accarezzava il creato.
Sostenuta dalla terra nel chiaro cielo al caldo fuoco come una rugiada d’acqua abbeverava il nocciolo dell’amore
E sola annichiliva dentro alle messi gialle di secca arsura
E sbigottiva accecata dalla luce riflessa dei filiformi liquidi di vita
che un’anfora vuota e piena affrancava da ogni suo volere assieme a ogni suo bisogno.
Geko
Scolorato del solar calore sagomi sogni al pensier retto e stretto che squadrato avanza indomito di fantasie.