Libri


Il libro affronta tematiche attuali di grande valenza per la persona, intesa come entità autonoma nell’autodeterminarsi e nel concepire in se stessa l’anima e con essa i valori morali  per affrontare il lungo e complesso cammino esistenziale.

La forma del dialogo tra madre e figlio, poi,  implica l’esigenza di interrogativi fondamentali afferenti al ruolo della famiglia, alle finalità della vita, con prevalenza al ruolo dell’amore in tutte le possibili manifestazioni e concezioni.

In definitiva, il libro potrà interessare il lettore che ne venisse in possesso e che si voglia incamminare alla verifica della sua condizione umana e trascendentale.

Caterina Laterza editore

sinossi

31.313 è l’opera prima di una persona che non nasce scrittrice, ma la cui anima, ad un certo punto, inizia a vomitare parole e Lei non può non scrivere.
Dal racconto della sua evoluzione interiore ne nasce un libro di self- help.
Il libro parte da un presupposto tutto italiano: il valore personale dell’essere sposa, madre e famiglia per giungere ad una consapevolezza universale e diversa che porta felicità e crea bellezza.

Il libro ha forma di doppio dialogo.
Un primo, tra Lei ed il suo Bimbo, un secondo tra Lei e quella parte di Lei che non appartiene al mondo reale. I dialoghi sono intramezzati dalla vita che accade e dalle sue riflessioni, o meglio, le scoperte che la portano alla piena realizzazione di sé e la fanno tornare felice trasformando una vita normale in una vita bella.

C’è un ultimo piano di lettura del libro ed è quello puramente filosofico.
Lei ridefinisce alcuni concetti quali anima, vita, morte, Dio, universo, amore, ignoto, tempo, oblio, umanità, infinito, appartenenza, solitudine, equilibrio, bellezza con la sensibilità di una donna adulta che vive nel ventunesimo secolo del mondo occidentale.

recensione

Da Edvige 11 marzo 2018

Vi racconto quello che ha suscitato in me.

Si può sopravvivere a un abbandono? Come si soffoca l’urlo che sale quando il nostro bimbo ci viene tolto a week end alterni e portato via non si sa dove e si sa solo che mani sconosciute si prenderanno cura di lui? Può ricominciare a fluire la vita dopo una separazione non attesa, non voluta ma che si è abbattuta imperiosa sulla vita di una giovane madre?

La risposta è: bisogna riformulare le domande.

Ed è esattamente quello che impara Lei nel suo percorso vividamente descritto da Sarah Saiani in 31.313.

Lei è una giovane donna cui accade quello che accade a tantissime donne (e uomini) ormai – è statistico: il tradimento, poi la separazione, poi l’abbandono con la conseguente lontananza dal figlio piccolo.

C’è di che disperarsi o di che stordirsi con scelte che hanno l’apparente sapore della vita a tutta velocità ma che invece la vita la negano.

Lei fa una scelta diversa. Lei decide di mettersi a dialogare, per la prima volta, con la sua anima.

Con un bellissimo stratagemma narrativo, in cui i dialoghi con l’anima si alternano a quelli col suo bimbo ed alle considerazioni personali, Lei riesce poco a poco ad abbattere i confini dell’Ego, ovvero di quella prigione fatta di aspettative, proiezioni, pretese, orgoglio, arroganza che non permettono a nessuno di fiorire.

Ed è così che poco a poco il vuoto da baratro diventa spazio (per essere), la vita da piana diventa spessa (per sentire) e l’esistenza da subita diventa accolta (per fiorire).

Lasciamo andare

Buon viaggio!