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Storie di Orza Minore Scuola di Vela: quando lo sport unisce il mondo.

Una regata è una regata ovunque abbia luogo. I primi giorni si gareggia in batteria: primi, secondi, terzi… sono tanti quanti le batterie. L’ultimo giorno si regata per categoria: gold o silver a seconda della posizione che ti sei conquistato in batteria. Le imbarcazioni, tra una giornata e l’altra, stanno a riva tutte assieme. Forse nulla di interessante fino a qui, ma guardate le foto sotto. La prima è della regata internazionale MidWinters East che si sta tenendo a Clearwater Florida, ….. gli Americani…. organizzati all’infinitesimale e rigorosi fino alla bellezza. La seconda è dei Nazionali che stanno avendo luogo a Formia,…gli Italiani…disorganizzati al cubo e fantasisti fino alla proporzione….
Uno sport, un obbiettivo, due declinazioni.
Non ci sono foto più belle, in questi giorni di distruzione, per assaporare il Mondo unito nella sua diversità.
Valerio, il piccolo velista cresciuto dal Dio Tivano e da mamma Breva sul lago di Como è là, dall’altra parte dell’oceano, in quell’ordine tropicale a domare vento ed onda assieme ad altri 130 Ilca6. Giulia, la ballerina sulle onde che in punta di piede guadagna posizioni è sulla spiaggia invasa dalle derive in quel di Formia a mostrare a tutti la sua mano fatata.
Orza Minore li ha cresciuti bene, e li ha fatti entrare nell’età adulta con la bussola puntata sui propri traguardi che hanno ormai tracimato le sponde lacuali e la scuola stessa.
I due amici cresciuti assieme “in quel ramo del lago di Como” tanto famoso, senza nemmeno saperlo, stanno regatando nella stessa batteria Gialla, in due continenti diversi. Stessi gesti, stessa grinta, stesse regole, stessi obbiettivi, diversa Nazione che mostra la propria identità nel particolar modo di riporre le derive a fine giornata.
Sono ore di regata queste che devono portare ad un vincitore di qui e di là del mare; vi assicuro che in acqua gli spiriti ribollono mentre i muscoli si tendono e gli scafi si appiattiscono.
Dietro a una delle due competizioni c’è una squadra che ha accolto un atleta straniero e lo sta crescendo tecnicamente sapendo che ai Mondiali di Luglio in Texas regaterà contro di lei ed il proprio Stato, pur continuando a farne parte.
Usa218548 tornerà ad essere Ita218548, ma non importa perché lo spirito sportivo va oltre la competizione.
Mi piace questa ragnatela di rapporti umani e di coincidenze mondiali che pare un non nulla rispetto alla grande questione di una guerra in atto, e mi piace perché ha in sé il seme del legarsi l’un l’altro per riuscire sempre a mantenere il conflitto dentro alle regole della competizione senza lasciargli mai alcun altro spazio da invadere ché sarebbe lo spazio dell’amico e del compagno di squadra.
Valerio, Lauderdale yacht club Usa – Orza Minore Italia, quarto in classifica provvisoria;
Giulia, ora Circolo Vela Bellano ventiseiesima in classifica provvisoria;
Oggi è Gold di qui e di là del mare.
Oggi è Gold per entrambi.
Buon Vento ragazzi, a sinistra e a destra dell’Oceano.
P.s Valerio, Orso Che Beve, porta a casa il tuo primo podio americano. Io aspetto mamma.
    

La regata Pasqualina.

La regata Pasqualina comincia la sera di Pasqua. Prima boa e’ riuscire a finire il porcellino. Sì perché’ al presidente non piace l’agnello allora Donato le cucina il maialino. Mentre il cuoco si prende cura dell’animale, fuori si fa a gara di tiri a baseball con palla da football oppure si centrano i canestri con il frisbi. Poi la cena comincia e il maialino diventa parte di ognuno bagnato dal vino rosso. La serata però non finisce con i dolci, ma divisi in due squadre ad indovinare scarabocchi disegnati sulla lavagna delle lezioni. Sì perché non c’è regata senza compagnia. Poi la mattina dopo alle dieci si fanno gli equipaggi. A me e’ toccato in sorte Roberto e Michele. Ho due pilastri! Roberto e’ l’uomo timone, Michele e’ il tattico e l’uomo spin, io sono la donna tangone e cazza scotte oltre che schiaccia scafo. Il vento e’ tanto e l’onda pure, ma non e’ figlio della termica così non si merita il nome di Breva, e noi non glielo diamo, ma ce lo facciamo comunque amico. La prima prova siamo invelatissimi, ma Roberto non ne sbaglia una aiutato dalle poche parole di Michele. Io devo imparare le mie sequenze. La prima regata passa mentre Roberto diventa un tutt’uno con barca e vento; Michele scrutando gli altri equipaggi diventa il campo di regata spazzato dal vento e solcato dagli altri scafi rossi. Io mi fondo con la maniglia, il tangone e le cime dello spin. Siamo secondi! Nella seconda regata troviamo l’armonia nel silenzio della concentrazione. Primi! La terza regata partenza esemplare, bolina perfetta siamo primi, ma lo spin si incaramella nel senso che diventa una carta di caramella su strallo e fiocco e noi ci impieghiamo tre bordi a disfare quel guaio. Ultimi. Siamo sfiancati, ma la concentrazione rimane. Loro due sono come macchine da guerra, io gli sto dietro al massimo che posso. Si perché, non ve l’ho detto, ma la regata Pasqualina unisce i campioni con i principianti. E’ il modo Orza di onorare il trionfo della vita sulla morte. Siamo di nuovo primi. La regata si chiude tra gli equipaggi che si salutano e congratulano e poi tutti insieme verso il porto. Siamo così stanchi che nessuna imbarcazione issa il fiocco. Si rientra di sola randa. Ormeggiate le barche, fatte le docce, ci ritroviamo per la premiazione e ci sta pure una lezione di tattica fatta sugli errori piu’ grossi acchiappati con l’occhio da Riccardo, l’allenatore dell’agonistica, anche lui al timone di un Orza 6 oggi. Ma l’ultima vera boa della regata Pasqualina e’ la cena con gli avanzi di Pasqua condita dai racconti di tutti e intrisa dalle risa felici di chi oggi ha litigato con quel vento cui nessuno ha dato il nome di Breva. Ora siamo sulla via di casa, con gli occhi e l’anima pieni di questo posto incantato e con il cuore ringiovanito dall’amicizia di un gruppo di persone che oggi si e’ fatta regata.