La fiorentina

Vorrei affondare i miei denti in un boccone di rossa carne. Che sia al sangue e contornata da quello strato croccante e leggermente amarognolo che contrasta il suo cuore soffice. Ma, ahimè, molti giorni dovranno passare prima che mi sia permesso! Chissà se la mucca dalla quale verrà la mia prossima Fiorentina e’ già nata? Mi sa che no! Mucca che devi nascere, vieni alla luce in montagna da una mamma forte che pascola i monti, corri spensierata sui prati verdi e mangia tanti fiori dai diversi colori. Bevi alla sorgente acque fredde e cristalline, riposa all’ombra di un albero, mai rinchiusa nei ripari dell’uomo. Vivi spensierata il tempo che ti e’ dato. Non farti sottomettere, ma combatti per la tua libertà, là in alto, dove quasi non esiste orma umana. Quando sarai bistecca, io sceglierò un ristorantino con i fiocchi, probabilmente in Toscana dove mi fermerò giri girando con l’amico che mi da gioia. Sarà un ristorante sulla collina con i tavoli in legno e le sedie impagliate sistemati sotto a un pergolato un poco in rovina coperto di clematis bianche e viola. Da li’ abbracceremo con gli occhi le dolci vallate e gli impervi crinali. Noi ti mangeremo, assaporando ogni sfumatura del tuo sapore, consci del grande regalo che morendo ci hai fatto. Nulla della tua libertà andrà persa perché’ diventerà la nostra vita passando tra delicati sapori e densi colori. Alzeremo i nostri calici di scuro Montepulciano in tuo onore e poi brinderemo alla vita. Allora, sazi di te, ci ritireremo nella stanza sopra al pergolato cadente e faremo l’amore per digerirti e regalarci l’un l’altra. Aspettami Fiorentina!